martedì 9 dicembre 2014

Quando sogni, sei innocente

Una mite fraudolenza impregnava il consiglio
un tacito giuramento correva come un filo
da mano a mano, da sinistra a destra
vien dalla porta sul retro, e dalla finestra
esce; diretto verso i cirri dal bianco profilo
come la macchia sul prato che forma il coniglio
quando a primavera, lasciate le buie tane
vaga per settimane sotto l'azzuro del cielo
tra un cupresfodélo e il fetore della sera.

venerdì 5 dicembre 2014

La distruzione di Ninive

C'erano proprio tutti
a vederti:
vuotata, spogliata, devastata;
i cuori vengono meno,
fugge l'acqua dai tuoi serbatoi.
Lo scherno, e l'umiliazione,
e tutti che fuggono da te, lontano,
e chi ti piangerà? Chi ti consolerà?
Applaudono la tua sorte
gli offesi, e non mancano;
non c'è rimedio -
e dorme Naqi'a coi pastori
- per la tua ferita,
dispersi i tuoi al Mar Mattai
guber/nator(e) carente.

giovedì 4 dicembre 2014

PHERSU

Apponi un punto interrogativo per indicarmi i tuoi indirizzi,
grazie alla forma domanda
capisco che cerchi qualcosa, che indaghi
che hai messo all'opera il tuo burattino
di carne ed elettricità
per scovare qualche mitica informazione.
Ma già da tempo il vello d'oro
è stato rubato, da tempo
Argo veloce ha volato nei cieli della Tessaglia
già da tempo sono fermi
i denti ruotati del fato, e non più la Moira
non più natura
ora malvagia fattura, ora stanca finitura
labor limae di pomice
- ora sporca e nefanda -
sul libello del tuo volto, sul passero del tuo tempo.

martedì 2 dicembre 2014

Perso di vista

Liscio come l'olio
o come superfici lucidate
come specchi di amianto
come un manto
che mi ammanta di luce
come morte che promana
dal mio naso e dalla bocca
come morte che emana
l'occhio luccicante che t'incanta.
Non puoi muovere un passo,
legato nella paralisi
del mistico cammello
che ti ha portato fino a qui:
non vocitare! Perclama piuttosto,
e rieccolo qui sotto:
dove cosa come, niente è chiaro
tutto scuro
non capisco e insisti
a convincermi che ho capito, che lo so, che ok
ma niente è ok, non so nemmeno che vuol dire
smetto di sentire.

Il capro di Giuda

Cammina stanco sugli Elbsandsteingebirge
si trascina mentre lo guardano
con occhi furiosi i Labské pískovce
cosa vogliono?, sragiona
non è più in sé, ripiegato
sembra un foglietto che nessuno deve leggere.
E non servono le fotografie e le pistole
e le fiamme, non serve niente
non i discorsi intrisi di qualcosa
non le mani sulle spalle
toglile, si divincola, che fai?,
non serve niente, non serve più a niente
quel poco che sapeva fare,
l'ha scordato, cancellato, recintato
in luoghi inaccessibili per tutti.

lunedì 1 dicembre 2014

L'ISISTRATA

Posiziona il riflettore, aziona
la deflezione: che ci sparano addosso.
Nel misticismo del viaggio
riscopri il significato nascosto delle lettere:
qabalah!, urli nella notte decapitandomi.
Cerchi nel mio plasma
i segreti della favella adamitica,
cerchi il regolo che misura il cosmo.
Richiami a gran voce Spurinna, ma è perduto
troppo lontano da te, sordo,
inascoltato, per contro al padre di Goscen,
signore dell'Egitto.
Ma lascia il lituo e gli uccelli,
e ascolta le parole di Balaam, il nome di Sippor
solida base, e le maledizioni che sconterai
per la tua recidiva insistenza.
Recati presso il re di Babilonia,
sul suo volto la persona della parte ostile,
e allora fuggi:
troverai ospizio a est del cardo presso Uni
che ti si offrirà, ma sai bene
chi devi attendere o correre per sempre
col capo volto all'indietro
o essere sbranato, bendato, dal molosso;
Prosopon!, Prosopon!, grida Tinia,
Prosopon!,  ma non lo sente Ur-Nammu,
chiuso nel sacco insieme a Tuccia:
non vorrai far la sua fine se non hai potere
sull'essenza, sull'intima natura, sui nomi che sono legge.

martedì 25 novembre 2014

Un'altra giornata di nero

Raccoglie le poche forze e pensa:
mi faccio pena,
e mi fa pena mia sorella, che ha un fratello così
e mi fa pena mia madre, e mio padre
che ha un figlio così
e mi fanno pena i miei amici,
che hanno un amico così.
Un amico, un figlio, un fratello
pensa a sé come a una persona,
ma sa che non è così,
sa che non ce la farà
e la coscienza che non offre dignità,
solo un altro brutto pensiero.

lunedì 24 novembre 2014

La musica, la musica... c'era la musica

Forse è perché ci vediamo
sempre al sabatosera
che ti sembro di cera
un altro giorno c'incontriamo
ma tu non te ne accorgi:
non mi riconosci.

mercoledì 19 novembre 2014

Katz & Fodor

Quando incontro R. Bridges
quando m'intrattiene con le sue storie
i suoi pensieri dietrofrontati
- R. Bridges che non era stato graziato
da chi piove: Giove -
quando R. Bridges mi chiede
scende, e mi accoglie;
si fa 'ʃɛrpa, R. Bridges, schianta pɛʃmærˈɡæ
- letteralmente -
non si arrampica, non vacilla
vede aperte e illustra
appiana ogni piega
col ferro mi dilania R. Bridges
e distinguo adesso,
un solco di Soli separa le sfere
da due diventano tre;
incontro col presidente della repubblica inglese
mi vomita addosso
è malato Carnap da molti secoli,
perso l'unicorno,
perso il significato dei Referenti e l'affetto antico,
il Prisco e tutti quelli nominati
per isbaglio da un frainteso;
può darsi / se non fossi / Shun Sha-o
il regno della gattità, ben prima dei fascisti
rougissait, e questo era un elemento
di nota nella loro coltura
di carote dispari e pari pannocchie
e le porrochie
da mai dimenticare
se felice vuoi regnare
tu, turanno, non lettore, che non mi sei vicino, 我
secreto nell'errore, 我 lontano dal favore.

USSGRYNHT, o L'IMAGO RIFLESSA NELLO SPECULUM

Perché invece questa è la mia vita;
usare parole che nessuno capisce
fare ragionamenti che nessuno ammette
socializzare coi muri al sabato sera
comportarmi come una bestia.
Chiamala come ti pare.

domenica 16 novembre 2014

SONO... LA SCORTA

Occhiale quadrato
e un monocolo conico
ecco dove si riflette
ecco dove si proietta
ecco dove si specchia
e qui si distorce e si modula
e assume parvenze di verità;
è cortina, ed è argine
tien lontano dal margine, ben fissi
tien lontani dai dubbi
e riscalda e conforta e consola
ed è la tua scuola, sono i tuoi libri:
è il posto in cui vivi,
è la mano, gli occhi con cui scrivi.

giovedì 13 novembre 2014

Trittico di un mirtillo

Forse non sai com'è
quando la voglia torna
e con le corna t'infila
e non puoi che assecondarla
eletta a prima inter inferiores
esiste solo lei.

Voglia, hai voglia, ce n'è
ma la tempra, dov'è?
non si trova, puoi cercarla
ovunque nel tuo sogno
non vedrai che mollezza
senza alcuna resistenza.

Avvolto nella bambagia
non rimane altro da fare
che smettere di cercare
l'ho trovata,
era fuori e adesso è dentro
sono un bersaglio in cui fare centro.

Come un flusso di piombo

Questa noia che mi sommerge
che scalpita e mi agita
cosa vuole da me?
Che pretende? Cosa prende,
lo so bene. Si prende
me
mi scava la fossa,
mi chiude i piedi con la terra, come radici.

Non sono un albero
eppure vegeto,
e sono abbattuto
e non mi muovo, non parlo.
Sono una pianta;
una pianta che si annoia
illusa dai sogni
sommersa dalla realtà.

lunedì 10 novembre 2014

Memorie di una

Sono venuto A
cono scienza delle tue
male fatte all'ombra dell'ultimo
imperatore
venisti venusta, un poco onusta
poco onesta né angusta
voglio un'aragosta
gli facesti una proposta
tosta

liquerizia che pigrizia

vorrei avere i tuoi desideri
i tuoi averi desidero
poli mero cali spera
alla sera conti i soldi, puttana!
ti credi bella disprezzi
tua sorella
coi baffi e t'innalzi
e le caghi in gola

per mezz'ora
quanto chiedi?, ma C
includi anche i pieD?

sabato 1 novembre 2014

Fumare

Leo si alza e mette una mano sul tavolo
Robert scatta
e gli pianta una lama nella palma
- Ti ho detto di non fare cazzate, stronzo!
Leo strappa la mano
sangue
poi si lancia su Robert - muori, frocio
Ma Robert non muore, Robert spara
È Leo che muore
muori Leo, fumare non ti ha salvato.

mercoledì 29 ottobre 2014

E io ci credo, stolto

Disperazione folle nel giorno
che le volpi celebrano i matrimoni
Follia disperata nella notte
che le maschere vanno in processione
Mi sotterri ogni volta che mi dici così
metti un chiodo in più sulla bara
che è chiusa ormai
anche se la fai sembrare aperta
quando m'illudi d'amore.

venerdì 17 ottobre 2014

Pensieri

Forse che ci devono un soggiorno
lo faranno al loro ritorno;
forse che ci devono un soggiorno
lo faranno al loro ritorno.

SASSI A COLAZIONE

Miglior prima colazione di sempre
un panino e del miele che ti riempie
che ti soddisfa le tempie
che ti fa spillo e una sigaretta
bianco bastone che brucia
bianco bastone che fumo
rametto di carta, roccia di pietra
refrattaria come i sassi più classici
canonica rotola giù per il pendio.

venerdì 10 ottobre 2014

Breve ricordo su avvenimenti sparsi

Con l'odore della morte ancora addosso
esco dal bagno
m'abbraccia mio padre
chiedendomi com'è andata ieri sera?
Fatale padre, la risposta che non avrai.

Sono stato abbracciato ieri sera
sono stato intrecciato ieri sera
sono stato parlato di discorsi silenziosi
di lezioni di come si dorme
con gli occhi aperti
e di come si chiudono i battenti.

Sono stato bene, ieri sera, anche se non me lo ricordo
Ci sono le prove, mi dicono, guarda
- Cancellate tutto!, spasimo per un istante

Poi ritrovatomi debole, straccio
mi ricaccio nel mio loculo.

mercoledì 3 settembre 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

XIX. Morte e altre conseguenze

I sudori freddi non abbandonavano
Atanaldo! - la voce della mamma
da giorni ormai
attorno prendevano vita figure e/o persone
erano vere
svanivano a un cenno della mano
tuffavano le coronarie
scoprivano e ricucivano
Atanaldo, -
chi è? che narra
riscopriva se stesso corpo morente.

Tutti intorno a lui
e nessuno sapeva come aiutarlo
come aiutarlo? come aiutarlo?

Scandalo - MUORE ATANALDO -
i giornali sui titoli.
Le nazioni si sciolgono, crollano le unità di misura
le unità di misura crollano
crollano le misure di unità, crollano, crollano
le strade, i piani, gli errori umani;

XX. La prima stesura, ovvero la teoria

Lo stalliere dietro il portone di Polifemo,
il nano che si alza al mattino
smettono di ciarlare e rileggono.
Riveggono.
Rimettono in discussione.
Gridano parole gallici autori in appositi studioli.
E si prendono i matti dei muratori.

martedì 2 settembre 2014

La mozzarella per Levi

Marzanatte!, Marzanatte!, mi chiamavano per la seconda volta.
Non mi alzai neanche alla quarta. Non voleva Marzanatte
Non volevo io; né Ioris
- il vicino sardo di nonna Abelarda -
e nemmeno il cane.
C'era una cosa che si chiamava cosa quel giorno
in classe, ognuno si alzava per parteciparvi
ma non Marzanatte:
Marzanatte non si alzai.
Decisi di starsene seduto, di disobbedire.
DISOBBEDIO! - e si liberai dall'assedio
dal tedio dell'insegnamento pedissequamente pedestre
del maestro di triangolo - il magnifico professor Scarpuccia.
Scusi prof...!? Prof. no... si dice p r o f e s s o r e, hai capito coglione?
Ora va, torna ai tuoi giochi, mentecatto. m e n t e c a t t o.
Marzanatte non avevo mai capito, ma ora sapeva cosa fare della mia vita.


lunedì 1 settembre 2014

BRODO DI ORE

Ed eccoli avviare uno studio antropologico sugli ectoplasmi
galloni di occhi
appunti foglietti e tanto folklore.

domenica 24 agosto 2014

Perdi il ritmo da me / Non andare più in là

Attento al confine dove stinge il colore
dove cessa di essere distinta la bandiera che porti
la maglia che indossi
Non puoi varcarlo senza prepararti
devi prepararti
ti sei preparato? Andiamo, titubi?
Troppi giri hai fatto al centro della tua mente
per pensare di uscirne, per ricordarti
che c'è anche un esterno, dove è sempre notte.
Qui non si distingue niente e io corro su e giù senza requie
tu inciampi o tieni il passo?
Mi dipingo per difetto e raggiungo l'effetto:
emanare cattivi odori sempre,
così da tenerti alla larga senza tecniche alcune, senza sforzi
Mi piace annoiarti,
mi piace la tua faccia disinteressata che cerca di fuggire senza scampo
E adesso? Adesso sono io che gioco.
Hai forse paura di offendermi? Ti viene in mente solo adesso
e non ti rendi conto che sono un aborto che niente funzionerà con me
Correggimi e io deraglierò. Convincimi e fraintenderò. Vestimi che mi spoglierò.
Sono nudo,
anche se ho sempre addosso una camicia,
sei tu che non mi vuoi vedere
mi carichi di orpelli che non porto
mi affibbi una maschera che non ho mai messo, anche se a volte ho finto
Anche se fingo sempre
quando seguo l'altre genti
quando navigo contro corrente.
Ti sembro parte di qualcosa, ma rimango avulso, un'isola che non c'è
e che non vuole esserci.
Vieni a fare una vacanza su di me,
riprovaci senza timore, reggi sicuro il timone
Superami senza accorgerti di nulla
(o facendo finta di niente).

APPLICARE LE ORIGINI ALLE PROPAGGINI

Riguardo indietro i passi che ho camminato
i sentieri che ho percorso, le strade su cui mi sono perso
Alcuni li ricordo, altri sono stati cancellati
certi li ho segnati su un foglietto giallo sul frigo
certaltri li ho nascosti nelle scatole che riposano in fondo

In quell'angolo mi ricordo chi c'era e i suoi discorsi
il suo stare seduto sulla sedia, in piedi sui piedi, sulle caviglie, sulle ginocchia
mi ricordo le esclamazioni che vagavano per la stanza
mi ricordo, ma non evoco, non ripercorro, non rivivo
il passato è morto, il futuro è morte
il presente è assuefazione, dipendenza, immanenza
ho bisogno di astrazione, di perifrasi che descrivono concetti
Sei un'immagine senza didascalia.

Ma allora, qual'è la condizione umana? Cosa è giusto?
Sei un giusto, tu?, o sei l'ennesima rappresentazione di qualcosa che non esiste?
Cosa sono io? Merda! Sono merda. Usami per concimare.
Sono nastro adesivo, usami per rammendare la tua vita
attento però che son fallace, e quel che attacchi cade quasi sempre
Sono un ricostituente alla cicuta: BEVIMI.

Guarda lo scheletro che suona, violoncello ossificato
argilla sulle tube, non c'è scampo, è tutto che corrode
alla mia vista arrugginisce, niente è salvo ed ecco qui la tua fiducia
mal riposta e ripagata come si conviene, se quello è pane
se quello è ciò che vale per te, questo è ciò che vale per me.
Guardami mentre sputo nel tuo piatto, guardami farti a pezzi ignaro (tu)
guardami ma non parlare di sindromi o città nordiche o giochi di società
ti assedio da solo, io contro te, te ne sei accorto almeno?

Apri gli occhi, vivi se vuoi vivere, muori altrimenti.
Libero di usare il tuo corpo e la tua mente come vuoi, non farti ingannare
discerni, fai una cernita, screma, non prendere tutto.
Sei ancora in tempo, forse.
Sono un amaro calice con lo zucchero sul bordo.

domenica 10 agosto 2014

martedì 29 luglio 2014

Polizie di primavera

Cesso
smetto di contrappormi
e provo a immedesimarmi
i fiorellini, gli alberelli, il ruscelletto
mi sembra tutto troppo finto
questa calma apparente
non è che una tendina da bagno
una finestra smerigliata
per nascondere le vergogne:
il cesso.

lunedì 28 luglio 2014

Fregato!

Quello mi dice ti fotto così
quella mi dice ti fotto cosà
pensò il fattorino
era meglio quando ero tassista

Tornerò tassista, si disse
e si risvegliò tassista di se stesso
si scarrozzarava in giro spesso
a fare il fattorino.

sabato 26 luglio 2014

Gli occhi di Xena

Li ho visti abbracciati sul letto liquidi lucidi rannicchiati
gatti nel momento del salto per prendere il topo
che mi spiavano da un altro mondo
dal buco della serratura dove l'anima si riposa

mercoledì 16 luglio 2014

Le voci nella mia testa

Mi danno suggerimenti su che fare
e mi tengono compagnia quando sono solo
sviluppano ragionamenti morti
e recuperano dettagli persi

Se mi vedi con lo sguardo nel vuoto
sto ascoltando loro

Se non rispondo quando mi parli
sto ascoltando loro

Se ti dico qualcosa fuori luogo
sto parlando con te
ma tanto non mi capisci
e aspetto una risposta da loro.

martedì 15 luglio 2014

Celata, non credo

Parole prive di senso
indicano la via che percorri
muovendoti tra efficienza
e fedeltà e altre qualità
Sveglia, piccolo uomo!, mi dici
Risorgi dalle ceneri
del tuo cinismo afono
Ma ti respingo, respingo i tuoi assalti
ti uso, e senza recedere di un passo
non cedo, per quanto fesso.

DE ARIDITATE

Omne ruit deinde
tempus non est solaciorum
herba crebere non solum cessit
sed iam periunt arbora
veneficis cum eius frugibus;
fugiunt nomina visaque
permanet dolor vacuo sentimento.

giovedì 26 giugno 2014

Elusione

Molto preoccupato
sicché
inquieto mi chiedo
mi rispondo
in continuazione
mi chiedo
mi rispondo
senza soluzione

Troppo facile
troppo difficile
qualcosa di normale
di naturale
che non esiste

E mi ritrovo
all'inizio
uguale alla fine
continuo a non capire
raschio il fondo
(del barile)

mercoledì 25 giugno 2014

Ribadire concetti già espressi

Brilla oppure assorbe
si spiega oppure torce
tutto quel che dice
è una meretrice!, una santa donna
un vigliacco
il primo della colonna
non c'è uno schema, una precisazione
una precisa azione
tutto è casuale
spesso profondamente sbagliato.
Eppure vi sono legato.

COME CANGIANTI COLORI

Non siamo bravi
non siamo capaci
più rapaci che uomini

Eppure talvolta
la mia faccia
stravolta ti parla

Allora per un attimo
un breve fermento
di anonimo sentore

Poi subito a fingere
e mi basta, è più di
quanto possa esigere

giovedì 19 giugno 2014

Disimpegno

Pioggia acida mentre sono in riva al lago
e continuo a pescare
nonostante il maltempo

Mi corrodi, coi tuoi pensieri
con quello che sei.

Smetto di osservarti
di tenerti a mente
che non cambia niente.

Pioggia acida
e continuo a pescare.

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

XVII. Di prima necessità

Soggiunta al fine
corusca notte
cerco di tralasciare il male.

Dapprima sui gomiti, poi sui palmi
indi sui ginocchi e infine sulle piante
alzo il guardo e guardo:
da una parte mare,
da una parte alberi,
poi mare/alberi
e alberi/mare.

Ma che!, distinguo qualcosa sulla riva
ecco i miei compagni, o alcuni
o pezzi
mangiati in parte, integri talvolta
non respirano. Decido che saranno i miei cibi.
Imparare a cacciare: dopo il marcio.
Faccio un fuoco, raccolgo un po' di sale:
carne sotto sale.

XVIII. La scelta

Mentivo a me stesso
dicendomi che presto avrei trovato
qualcosa da fare. E invece niente.
Solo quando la riserva dei corpi s'esaurì
il mio incedere si fece propositivo.

Altare votivo: prima mossa.
Pubblica fossa: secondo affanno.
Un bel capanno: terza puntata
Punta affilata: quarto requisito
per mangiare pulito.

Mettendo a frutto il poco d'istinto
in me, citoyen avulso di natura,
rivolgo l'attenzione
la cura al bosco
prima poi al mare
dov'è più onesto cacciare?

CALO DI TENSIONE

Cubiculo invetriato
(mi sovviene d'
errore mentre digito
ma Clemente non era)
su cui si stava, o meglio
al dentro del cui
si parlava: questa la skene.
Quello il discorso: me, di
che punto o poco si può comprendere s'ei si è.
Disgraziatamente.
Sono finite le garze.
Allora aperta ogni ferita, ciascun
vulno che ratto fiotta
e lascia intravvedere il rosso
del sanguine che tanto s'era nascosto
che tanto s'era fatto
a tener sottodermico.

Chiara spiegazione d'un fatto trascurato.

RISPONDERE ALLE DOMANDE

Fiato interrogativo esce dal tuo cavo orale
e si orna di un punto
di domanda
Poi il tuo sguardo assume
un altro aspetto
quello di un punto
di domanda
E aspetti.
Vai cercando per un fondamento
su cui basare
una corrispondenza
o una conoscenza
Vai cercando per una coscienza
Vai cercando per una consistenza
Rimarrai senza.

venerdì 30 maggio 2014

Decisione cercasi

Nulla passa
un altro mattoncino che s'impiglia tra i visceri
quest'anno ha un numero diverso
ma tutto il resto è uguale
e la pazienza esaurisce
ed esaurisco io -

Scusa per il citofono

Male come al solito
male come al solito
male come al solito
nessuna via d'uscita
dallo spazio solido
cubo
rivestito dalle giacche
nudo
con spigoli e zigomi
putridi anfratti
infedeli ritratti
hai provato a guardarmi
prima di dipingermi?
Smetti di cercarmi:
non ci sono;
Nessuna via d'uscita
dallo spazio solido
male come al solito
male come al solito
male come al solito.

giovedì 15 maggio 2014

QUELLI CHE HAN PROVATO

Avevano provato a dirlo
a farlo capire
in tutti modi
avvertimenti, esempi
a niente erano valsi
e anzi
nuovi simulacri
santi/eroi della mente.

L'attesa sneravante
del momento
l'amarezza
poter solamente constatare
incapace di parlare piano
o serio
di quelli che han provato
ma non ci sono riusciti.

domenica 11 maggio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

XV. Turbinio di turpitudine

Etc.
Reattore: pronto: X IX VIII VII VI V IV III II I
prima che importassimo lo zero
troppe zone ci erano precluse

Internodo 7!
Il sole mi cuoceva
mi ebolliva il cervello
ebollizione intracranica in titanio.
Il resto del sidere mi ghiacciava.
Congelato in un'urnaghiacciaia.
Adamantina intuizione mi portò all'ennesima alba
Epifania: dalla talassa vedevansi i colli,
che non si era pastori, giustappunto naufraghi.

XVI. Collegamento

Come lo scuro che tiri e oscura
così il ramingo nembo oscuro
e mover il primo passo spaura
che più de' sassi 'l sangue fa duro:
nello sbarcar cuor mi mancò.
Caddi faccia a terra nella solfa
più di Cariddi, peggio che Urania
vomitai l'anima e non ebbi smania
alcuna d'avventura o d'impronta.
Finché un forte calore e una botta.
Rotta la testa e la mia pelle: cotta:
grande capo con le piume in testa
- vana speme sull'insula deserta.

Richiamo a me tutte le forze per capire chi sono.
Dove sono. Subito cambia l'oggetto
della ricerca.
Tardo pomeriggio, penso di capire. È ora di muoversi - mi dico
ma non appena
il più piccolo muscolo
compie
il minimo sforzo: dolore!; ahi, dolore!; (lamento)

sabato 10 maggio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

XIII. Apprendista Sfragista

Travolse l'onda tanto rotonda che stravolse ciò che si svolge al fiato fatato e non ne relicque altro che brandelli così miseri da parer poverelli
Il vento tuona rimpallando tra i nembi mentre infracicato guardo per il rintraccio di compagni dai noti facci ma Giove riprende subito a piovere
Fondo di speranze, non seppi far altro che aggrapparmi, stringermi a un pezzo superstite in balia delle acque di Stige percosse da nocciole liquide come la gelatina liquida: liquida liquida.
Tumefatto nell'animo più che altrove svenni e rinvenni ma poi risvenni finché un sogno ormai nel sonno mi divelse da me per restituirmi alla coscienza.

XIV. Verde per me

Non mi rimaneva che la più
irreale delle metafisiche
di quelle malate di quel male
a cui
non
si riferiva
Kant. Lui
nemmeno lontanamente
- di lontano -
aveva potuto pensare
a simili brutture.
E con esse le annesse rotture.

Ma a che scopo allora non reagire?

giovedì 6 marzo 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

X. Anagrammi

Li vidi mi parve...
barbaracci!
Immondi esseri
tondetti al giro vita
bare strette, putrefazione, migrazione
sentimentalismi al bando
la morte non fa male

XI. Perniciosa pietas

Melodica mente giunge il suono
che c'indica l'ora
rievocati i rammenti
e ci revoca ai legni (ferri?)

Onde si salve
panico
niente 'n si preoppucheno!
guardi
né un dì mai cotai guardi decordemi

Terminato; si disse: si giocherebbe?
Che premesse? Giuochi di che genere?
Coi papiers? Ai 5 parallelogrammi?
Persi metà del mio tesoretto, e tanto mi fu cagione di spavento, che ancora ne sento l'effetto al solo pensiero
Al bussolotto? Ne ripresi un po'.
Alla caccia? L'istinto della sorte mi guadagnò bevute in compagnia.

XII. La quiete.... la tempesta

Tutto era tranquillo e procedeva nel migliore dei modi (ma non per Panglosse)
... poi successe il finimondo.

domenica 23 febbraio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

VIII. Vano portaoggetti

Conosciuti meglio gli sconosciuti e conosciutisi fra loro
intavolossi la discorsa
di come civilizzare la cornacchia
e per tutta notte
s'avanzarono proposte e contro
chi voleva
chi no
mantenere la semplice crudeltà, chi voleva
carcarla di valori.

Allo spunto del sole
s'era coperti di patelle
tal che sembrava d'essere in pellicole già viste
eppure nulla risolveva la corrosiva
non il vento, non il cielo coperto dei fumi delle umane attività che
perseguitano le coscienze anche nei luoghi più spersi
nei luoghi più aperti
valevano a far propendere le ragioni.

IX. Braccia e focaccia

Presta la Isla Secunda s'affacciava all'occhio
spuntava al verticante
sfidava la corrente, l'onda, la procella
la produzione ricca di vasi
e pestelli
e ceramiche cotte e dipinte e cotte e dipinte
e ancorcott'e inarcate.
Propizia insula che volgi il guardo
escluso
al bel mondo invidioso

Temerari nautae
gride!
non potranno impedirci l'approdo!

Così la sera, scesi a terra
per asciugare gli abiti
ai caldi fuochi degl'Iscondini e nelle fornaci
trangugiando pezzi delle tartarughe giganti cadute nello scontro
con le forze della Mmidia.

sabato 15 febbraio 2014

Romanzo a puntate: LOCCHIO DI CERERE

VI. Keppruné

Gl'infimi erano nati una notte
di primavera
di prima sera dopo la prima sera
fuga nei boschi
poi qualcuno dona una casa
riunioni che si trasformano in convivenza
e nuove storie che si dipanano e sono tutte contemporaneamente
e poi il figlio del re fu capo
e poi lo fu il fratello di quell'altro signore importante
una messe di malefatte
sgraziate
elefantiache e prune.

VII. L'amo gettato

S'avvicina, nel viaggio, una faccia sciapa
crapa pelata con coroncina poetica di bianco
pelo
Fa all'Ent, Signore! piacciaremmi domandarle di quale presunta setta farebbe parte
Ecco subito spiegato l'equivoco facciale
trattavasi di monoteista
Sono Ent, signore, secondo timone della terza piazza ovest degl'Infimi.
Dovrebbe 'mbrescionarmi?
Voi chi siete scusate?, m'intrometto
: dieci papiri di titoli.

Nel cesto e poi in padella,
anche stasera si mangia.

giovedì 13 febbraio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

V. Ent

Eccoci all'isola Cornacchia, dove le genti sono selvagge
nude e necrofaghe
cannibali secondo il rito di un dio bestia che non si può nominare e dalle fattezza sconosciute
Si narrano fatti, si narrano storie, si narrano leggende che spesso nascondo una veritas ormai sepolta nell'inconscio - Sussidiario di (cinque)a elementare.
Lì scese il misterioso lui, con lo sguardo furtivo e l'occhio sornione. Qui poteva
sfogare la sua violenza
vivere libero nell'ultimo posto del mondo ancora privo di leggi e lacciuoli e cavilli positivi estranei al concetto di natura. Dichiarazione programmatica: tutto è H.
Bomba H.
Sciame di homo sapiens nudi
H

Teoria delle razze, scartata.
Teoria delle zone climatiche, scartata.
Teoria dell'evoluzione di stampo darwinista, scartata.
Scatola di cioccolatini, finita.
Ora più nulla mi legava a ciò che ero stato, finalmente avevo potuto fare indigestione.

Mi si para dinnanzi uno mentre in altri pensieri fondativi del mio nuovo vecchio Sé - infatti per quanto cercassi di cambiare tutti pezzi contemporaneamente ciò non era possibile
e ogni volta che riconoscevo l'errore gridavo: ho perso
Aristotele ludico!, il più meglio gioco per il tuo bambino! vedo scritto sulla borsa di questo
Cialve... - impacciatissimo, gli do una mano
Quid vis?
Questo battello passa per l'isola dei Quattro Gatti? - Mi avrà preso per il capotreno, penso
Credo di sì, figliuolo - S'illumina - Questo mi basta! - Disperazione.
Mi chiamo Ent, infimo tra gli infimi -
Eppure mi sembri in carne e ben vestito -
Gli Infimi sono l'ordine sacerdotale più prestigioso e ricco di tutta l'isola Cornacchia -
Ah... -

sabato 8 febbraio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

III. Historia Eius

Nacqui figlio di mercanti, sai?,
si prendeva quel che si riusciva di là
e lo si redistribuiva dietro compenso
mi spiego? Eccome se mi spiego.

Ai quattordicianni orfano di madre
Venere e Bacco, idoli del padre
amici nemici, avventure, errori
venticinque anni capo dei briganti.

Gina diedemi il cuor suo e io l'amai
e felici scorrevano i giorni di macchia
quando nefasta ora l'autorità incontrai

Nelle galere buie del re di Valacchia
nelle galere nere, col sangue acquistai
un biglietto per l'isola che gracchia.

IV. Frammenti

Ancora non mi aveva detto
il suo nome
e per quanto sforzo facessi
e faccia tuttora
ebbene: il vuoto cosmisco.

Prima fermata, rifornimento di passeggeri
nessuno scende ma sale liquore per imbottirsi nelle stanche ore di bonaccia
quando non c'è vento
e la speranza vacilla insieme alla coscienza
Preghiera del marinaio al vento:
O vento! Vieni e sospingici!
Preghiera di un marinaio al liquore:
O amato dio dell'ebbrezza!,
distruttore di ostacoli
creatore di bellezza
fa che anche stanotte
stramazzi privo sensi!
Preghira del lettore allo scrittore:
Smetti, ti prego!

giovedì 6 febbraio 2014

Note all'Occhio di Cerere

"abigeato": furto di bestiame.
Sebbene il suono ne confonda la sopportazione
l'erronea apposizione di stato tra la sesta aurea e la quarta
a discrezione
può risultare dannosa, in quanto
falsa informazione.

"nave": come può un nome essere più spoglio. Ormai i modi di arricchirlo sono esauriti. Vocabolo che va estromesso forzatamente dal diziovocabolario.

WANTED DEAD OR ALIVE
NAVE
NO REWARD
(rivolgersi a Leopardi)

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

I. Giornate di sole

Come splendeva il tempo in quel tempo
tra le tristi pianure
inondate di nebbia mortale
e bianco e grigio e pallidume

Diceva non andare

Ma come sopportare l'arido paesaggio
il porto spoglio e interrato
il campo sterile
l'accartocciata foglia d'ormai sepolta speme
che giaceva meco nella più tetra disperazione?

Partii
non senza rimpianti.

II. Abigeato

Imbarcato scorsi persone diverse da me
altri Sé
chi faceva o disfaceva
divisi lavori equamente, con alterna fatica
la nave salpò.
Tra i bianchi flutti nessun delfino
nessuna traccia dell'antica vita
saliva a noi dal mare

Atanaldo!
disse d'un tratto uno
Che vuoi?

Sono io!
Era lui, uno che conoscevo
ah sì, per quel motivo lì
Ma che voleva, ma che aveva?
Dice
Vedo bene che pur voi la siete su questa legnaccia
Atanaldo: Ma di certo!
Lui: A che si deve il tuo strabordar l'onde?
Atanaldo: Al vuoto, eccolo che incombe. Tutto m'inaridisce quest'ansia di vanità.
Freddo e scomodo è lo scranno su cui indegnamente siedo.
Ma che, dunque?
Perché ti muovi, tu?
Lui: Lunga di gran lingua è la storia, hai forse del tempo?

lunedì 13 gennaio 2014

Licenza non-poetica

ABIGEATO
CONFORMAZIONE TERRITORIALE
ESPRESSIONISMO CATARTICO
FISSITA' CATATONICA
CATA
TONICA
CATATONICA
CRISI ESISTENZIALE
MASSIMIZZAZIONE DELLE FUNZIONALITA' PROMOTOTRICI
TROTIZZAZIONE DEGLI OCEANI
E DEI CRONOCERVELLI
ARTE
MISIA
SUBLIMAZIONE DELLA PROTOSFERA
MEMBRANA STENICA, SQUAME LIQUAME CATRAME PUTRIDUME
RAUCEDINE ATARASSIA BITUMICA,

in altre parole

EISOPRTROFOBIA

PAVURA NELLA STREET

Inquietante gocciolio ansimante passo
grondante diacronico d'istinto

Fine funestata con funestata fune
Tu more confine.
Linea bianca di farina.

Conclusione: la malattia
corrode un po' alla volta
chiave di Piana (settima scala).