martedì 17 dicembre 2019

DIERESI BUCOLICA

Guardali esporre tesi rilassate
parlare del futuro che sanno predire
con certo e indubbio entusiasmo.
Ascolta le loro mani tese
le braccia che culminano in dita puntate
su lune appannate di gialli aloni.
Tocca le loro anime inspessite
da secoli abbellite di brutale ottimismo
e di onanismo delicato.
Annusa quei lineari ragionamenti
calcoli dementi appoggiati sul davanzale
del prossimo tizio normale.
Assapora lo scorrere del tempo
che l'empio scandisce con preghiere
che il pio esalta d'irridescenti salmi.
La tua salma intanto brucia nel forno crematorio
nelle assemblee del fine oratorio
nel credo aleatorio di un altro giorno sulla terra.

venerdì 6 dicembre 2019

Pain & Anger

Condizione cronica del corpo che mi porto appresso
condizione cronica della mente in mio possesso
dici che può essere energia, Giovanni, almeno uno dei due
ma per me è solo autodistruzione e nichilismo, paralisi senza Dublino
come il cibo di un felino nutrito dagli umani: 89% cenere
e neanche lava o disinfetta, si accumula soltanto sul mio fondo
e lacera le ernie lise della milza e sono invaso di umor nero.

martedì 22 ottobre 2019

AUTODAFE

Mi lascio trascinare
da questo verso sciolto
svuoto la mia testa
per lasciare spazio al resto
e presto l'universo mondo
entra dall'orecchio
ma mi schifa così tanto
che lo sbratto dentro a un secchio
lo sostituisco in fretta:
sono un ingegnere
modifico triplette
con pratiche eugenetiche
risparmio solamente
quei concetti siamesi
che mi guardano storto.

Solo con i loro sguardi
parlano sommessi
non vogliono nient'altro
non ho nulla da offrire;
ritrovo
nelle tasche della sera
poeti putrefatti
conservati nella cera
e ancora mi ricordo
come fosse ieri
i giorni che appassivano
e le foglie che aggiornavano i colori
uno dopo l'altro
come perduti amori
dispersi nello spaziotempo.

Gridano qualcosa
dall'alto del mio pozzo:
parole incomprensibili
dal suono familiare;
è un ordine preciso
dei fonemi concordati
urla lancinanti
che mi impongono di agire:
rivesto le pareti
con la tua carta a fiori
apro le finestre
che son varchi nei muri,
ammucchio tutti i mobili
per il mio atto di fede
chi è che non ci crede?

...e non scrivermi nemmanco se ti viene voglia

Andavo verso il fiume in cerca di cadaveri
coi miei pensieri instabili a farla da padrone
e i miei sudori madidi il contesto e l'occasione
un pretesto solamente per un'altra delusione

sulla riva appena arrivo un botto di altra gente
guardan troppo toccan troppo troppo alacremente
abbevero il mio daino e appiano un poco le meningi
intanto un piano a mano a mano prende forma nel mio cranio

le voci nella testa prendon leste il sopravvento
ma l'avvento è già finito e la quaresima s'appressa
s'impossessa degli oggetti che distinguo tra i colori
di un quadro troppo scuro per placare i miei ardori

un'altra volta svicolo sotto le tue chiavi
cerco le tue mani dentro ai sogni che non faccio
e mi dispiaccio per le dimensioni che ci siamo persi
ma stavo già pensando a questi quattro nuovi versi...

andavo verso il fiume in cerca di cadaveri
coi miei pensieri instabili a farla da padrone
e i miei sudori madidi il contesto e l'occasione
un pretesto solamente per un'altra delusione.

lunedì 21 ottobre 2019

RHYME OF THE IDIOT MARINER

I've got a story to tell
to share with the world
to tell everyone that I meet:
her name was marilyn
and she was beautiful as a queen can be
but I've never been a king in her heart;
must have been forsaken for centuries
never allowed to be free
my glittering eye will tell you everything
just come a little closer.

venerdì 18 ottobre 2019

TUTTI I MIEI AMICI

Tutti i miei amici
hanno qualcosa da fare
qualcuno con cui stare
e anche se non è ancora natale
io non ci sto dentro
alle vostre affaccendate scatole,
ma continuo qui sul mio geoide
mentre vi vedo invecchiare
tra una tappa fondamentale
e un salto mortale.

martedì 24 settembre 2019

HO SEMPRE AVUTO

Ho sempre avuto
ragazze con gli occhi marroni
o neri, non so
è ora di cambiare
voglio una tipa con gli occhi di marmo
che se ne stia stesa
che se ne stia rinchiusa
qualche metro sotto terra.

venerdì 19 luglio 2019

Cose di cui non ho bisogno

Scarabocchierei una gran lista
solo per dirti che non mi soddisfa
solo per potere dare di matto
senza cambiare l'accento anche al gatto
senza cacciarmi di nuovo nei guai
con il terrore che mi approverai.
Ma se per strada ti incontro ricordo:
eccone un altro che non sopporto.

venerdì 7 giugno 2019

OBLIARE PALLIDO E ASSORTO

Scarpe calde al sole del mattino,
estrogeni per toccarmi le tette
- abbiamo tutti bisogno di soldi
aveva mormorato esalando l'anima;

folle stolto, mancava di buon senso
ogni segno - dichiarava alla piazza
- nasconde tanti simboli frattali
quanto dai poeti abusate le foglie.

Cornucopie di doglie e cure piene
consistono del materico disio
- vociando ad nos gracchia dall'inferno
menando satanici versetti e mistici:

come 'l sole dal dietro della nuvola
sarà vano nella sua predizione
e sempre oscilla nell'incertezza,
l'uomo che spera in fallo il piede pone.

venerdì 26 aprile 2019

SE TAIRE

Eppure nonostante tutto
sono ancora qui che produco
e ancora sto qui a meravigliarmi
a presentarmi a me stesso
in cerca di validi brücken.
Taccio. Ascolto la pioggia
e divento figura di una metafora
nella confusione dei livelli
tra le orge e i bordelli
degli opposti e dei contrari.
Quantizzato, contingentato,
racchiuso, separato:
strana sorte al piano terra
dove lo zerbino minuzioso
minaccia la tua tranquillitas.
Tra spicchi esigui di luna
dal lugubre aspetto di sfingi
all'entrata del tempio
terribili sguardi bovini mi fissano.
Sgomenti.

mercoledì 6 marzo 2019

La scrivania di legno

Quanti si saranno già chiesti e invano
chiederanno ancora per quale oscuro
e astratto motivo il loro parlante
grillo invece sia un imprecante
corvo che lacera loro lancinante
i timpani: non riesce ad accettare
il tempo che corre un unico verso;
l'unico verso in cui il tempo trascorre.

Ebbene costoro avranno per certo
altresì notato che sono maggiori
vane rinunce e falliti tentativi
coppie tanto grandi di test negativi;
se col martello voialtri risolvete
qui manca quidem l'arnese coveniente
un fucile da caccia, una padella
o persino un arco. Ma per Ercole,

osserva l'abruzzese e fa' del silenzio!
Potrebbero esistere dei momenti che
taci, che costante non gracchi su tutto,
che coerente vochi quel che non fu.
Imperterrito persistente e continuo
il suo becco sbatte sul mio cranio,
assottiglia come una goccia l'argine
che separa dall'imperituro logos.