lunedì 1 dicembre 2014

L'ISISTRATA

Posiziona il riflettore, aziona
la deflezione: che ci sparano addosso.
Nel misticismo del viaggio
riscopri il significato nascosto delle lettere:
qabalah!, urli nella notte decapitandomi.
Cerchi nel mio plasma
i segreti della favella adamitica,
cerchi il regolo che misura il cosmo.
Richiami a gran voce Spurinna, ma è perduto
troppo lontano da te, sordo,
inascoltato, per contro al padre di Goscen,
signore dell'Egitto.
Ma lascia il lituo e gli uccelli,
e ascolta le parole di Balaam, il nome di Sippor
solida base, e le maledizioni che sconterai
per la tua recidiva insistenza.
Recati presso il re di Babilonia,
sul suo volto la persona della parte ostile,
e allora fuggi:
troverai ospizio a est del cardo presso Uni
che ti si offrirà, ma sai bene
chi devi attendere o correre per sempre
col capo volto all'indietro
o essere sbranato, bendato, dal molosso;
Prosopon!, Prosopon!, grida Tinia,
Prosopon!,  ma non lo sente Ur-Nammu,
chiuso nel sacco insieme a Tuccia:
non vorrai far la sua fine se non hai potere
sull'essenza, sull'intima natura, sui nomi che sono legge.

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