sabato 10 maggio 2014

Romanzo a puntate: L'OCCHIO DI CERERE

XIII. Apprendista Sfragista

Travolse l'onda tanto rotonda che stravolse ciò che si svolge al fiato fatato e non ne relicque altro che brandelli così miseri da parer poverelli
Il vento tuona rimpallando tra i nembi mentre infracicato guardo per il rintraccio di compagni dai noti facci ma Giove riprende subito a piovere
Fondo di speranze, non seppi far altro che aggrapparmi, stringermi a un pezzo superstite in balia delle acque di Stige percosse da nocciole liquide come la gelatina liquida: liquida liquida.
Tumefatto nell'animo più che altrove svenni e rinvenni ma poi risvenni finché un sogno ormai nel sonno mi divelse da me per restituirmi alla coscienza.

XIV. Verde per me

Non mi rimaneva che la più
irreale delle metafisiche
di quelle malate di quel male
a cui
non
si riferiva
Kant. Lui
nemmeno lontanamente
- di lontano -
aveva potuto pensare
a simili brutture.
E con esse le annesse rotture.

Ma a che scopo allora non reagire?

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