domenica 24 agosto 2014

APPLICARE LE ORIGINI ALLE PROPAGGINI

Riguardo indietro i passi che ho camminato
i sentieri che ho percorso, le strade su cui mi sono perso
Alcuni li ricordo, altri sono stati cancellati
certi li ho segnati su un foglietto giallo sul frigo
certaltri li ho nascosti nelle scatole che riposano in fondo

In quell'angolo mi ricordo chi c'era e i suoi discorsi
il suo stare seduto sulla sedia, in piedi sui piedi, sulle caviglie, sulle ginocchia
mi ricordo le esclamazioni che vagavano per la stanza
mi ricordo, ma non evoco, non ripercorro, non rivivo
il passato è morto, il futuro è morte
il presente è assuefazione, dipendenza, immanenza
ho bisogno di astrazione, di perifrasi che descrivono concetti
Sei un'immagine senza didascalia.

Ma allora, qual'è la condizione umana? Cosa è giusto?
Sei un giusto, tu?, o sei l'ennesima rappresentazione di qualcosa che non esiste?
Cosa sono io? Merda! Sono merda. Usami per concimare.
Sono nastro adesivo, usami per rammendare la tua vita
attento però che son fallace, e quel che attacchi cade quasi sempre
Sono un ricostituente alla cicuta: BEVIMI.

Guarda lo scheletro che suona, violoncello ossificato
argilla sulle tube, non c'è scampo, è tutto che corrode
alla mia vista arrugginisce, niente è salvo ed ecco qui la tua fiducia
mal riposta e ripagata come si conviene, se quello è pane
se quello è ciò che vale per te, questo è ciò che vale per me.
Guardami mentre sputo nel tuo piatto, guardami farti a pezzi ignaro (tu)
guardami ma non parlare di sindromi o città nordiche o giochi di società
ti assedio da solo, io contro te, te ne sei accorto almeno?

Apri gli occhi, vivi se vuoi vivere, muori altrimenti.
Libero di usare il tuo corpo e la tua mente come vuoi, non farti ingannare
discerni, fai una cernita, screma, non prendere tutto.
Sei ancora in tempo, forse.
Sono un amaro calice con lo zucchero sul bordo.

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