Mi muovo ma non mi sposto
e tosto piangerò di nuovo
e covo quest'ira incurabile,
latente e inesplicabile.
Sento la vita che mi attraversa,
gioca perversa a passarmi sopra
quasi mi scopra soltanto ora,
reliquia d'ineluttabile memoria.
Sempre più spesso non mi trovo
e confesso che adesso questo giogo
si esprime nel topos del non-luogo
come se tutto ciò che ho intorno,
amorfo, non lasciasse appiglio reale
che con un dito potrei affato indicare.
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