Mentre ti guardo da lontano come un frutto proibito
tirare cannonate all'angolo del tavolino
mi chiedo quando riuscirò ad accettare tutto questo
a fare pace finalmente con me stesso.
Sei un fuscello come intende Pascal
io sono un sasso che affonda nello stagno.
lunedì 24 agosto 2020
Blaise traduce Biagio
Etichette:
;,
2020,
Giacomo Di Cesare,
Non - poesia
lunedì 17 agosto 2020
DAMMI QUALCOSA (IN CUI CREDERE)
Disperati con cui spartire le mie lacrime
neanche questo mi è concesso
succhiami tutto quello che ho e saremo amici
per te.
Credi che abbia bisogno di compagnia
ma forse hai la vista un po' confusa
troppa polvere ho mangiato perché offuschi la mia:
sei tu.
Sto al gioco e mi faccio prendere per il culo
per un po' facciamo che ti soccorro,
col tempo ho imparato: le regole non cambiano mai
per nessuno.
E quel che ricevo in cambio, chissà com'è
non è mai quel che vorrei
forse dovrei essere più esplicito
neanche questo mi è concesso
succhiami tutto quello che ho e saremo amici
per te.
Credi che abbia bisogno di compagnia
ma forse hai la vista un po' confusa
troppa polvere ho mangiato perché offuschi la mia:
sei tu.
Sto al gioco e mi faccio prendere per il culo
per un po' facciamo che ti soccorro,
col tempo ho imparato: le regole non cambiano mai
per nessuno.
E quel che ricevo in cambio, chissà com'è
non è mai quel che vorrei
forse dovrei essere più esplicito
e invece fuggo.
O mi distruggo.
O mi distruggo.
Etichette:
;,
2020,
d'occasione,
Giacomo Di Cesare,
Non - poesia
martedì 4 agosto 2020
UN PENDOLO A NEUTRONI
Come improvvisati germanici Arturi non mancano di sottilineare
spesso si oscilla in questa vita
ma ancor più di frequente sono conferme quel ch'io vi trovo:
con l'indifferenza di un'acconciatura blu elettrico
dal palchetto mi osservo permanere nel mio ruolo
ambigua pezza, ora per rattoppare, ora per lustrar scarpe.
Pavimenti da ripulire dei vomiti e degli escrementi,
delle tracce lasciate dagli altrui accadimenti
del tutto preminenti su ciò che una pezza non può provare.
E allora basta: non cerco, smetto di tentare,
che tanto lo so: è il primo passo verso il fallimento
e mi arrendo dopo l'ennesimo sconsiderato esperimento.
spesso si oscilla in questa vita
ma ancor più di frequente sono conferme quel ch'io vi trovo:
con l'indifferenza di un'acconciatura blu elettrico
dal palchetto mi osservo permanere nel mio ruolo
ambigua pezza, ora per rattoppare, ora per lustrar scarpe.
Pavimenti da ripulire dei vomiti e degli escrementi,
delle tracce lasciate dagli altrui accadimenti
del tutto preminenti su ciò che una pezza non può provare.
E allora basta: non cerco, smetto di tentare,
che tanto lo so: è il primo passo verso il fallimento
e mi arrendo dopo l'ennesimo sconsiderato esperimento.
Etichette:
;,
2020,
Giacomo Di Cesare,
Non - poesia
Iscriviti a:
Post (Atom)