sabato 21 aprile 2018

Solo aghi di pino (e funghi)

Pronunce germanofone di errate grammatiche
mi trasportano tra odi che odo ogni istante
non v'è requie per i poveri padoglioni miei
più fila che in Giappone, ecco cosa ti propone.

La grazia che inframezza questa mite fermezza
richiama quiete insonnie di cui non godo più
come cantate e ballatelle sepolte in biblioteca
tra i rumorofoni e i bagatti di pane e circensi.

Strane sensazioni di non essere traboccano
si trasformano e trasfigurano e poi giurano:
noi non ci eravamo addormentate in piedi.

Facile credere a un equino se dice acri parole
ettari di fiato sprecato piangono angolati
in silenzio ripetono un mantra mai smussato.

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