venerdì 26 gennaio 2018

Tu lo chiami giovedì

Appendo alla parete i miei disegni
non i tuoi calendari
non sfoglio mai le pagine
non segno mai gli orari
immobili mi fissano ormai da lunga data
due bianche e nere Marylin
impresse nella carta.
Esulo dai discorsi che mi fate
perché non li capisco
hai preso quelle scarpe ginnaste
mi spieghi che sono verdi
e costano molto: nihil obstat.
Allo stesso modo mi parlate
dei vostri cantanti preferiti
come si può annuire inebetiti?
Le vostre strade sempre uguali
tappezzate di svaghi rituali
miti dalle cui avvizzite mammelle
succhiate ringraziando il carnefice;
i vostri cieli sempre più blu
da guardare col nasino all'insù
mentre io mi guardo le dita dei piedi
da che dito partiva l'enumerazione?

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