Come un colpo questo sparo
che mi trascina a fondo;
realtà aumentata, coltello sensibile,
qual futuribile aggeggio rende possibile
il peggio?
Lo chiamano Sogno, è tornato da poco
nemmeno lui sa dirti quel che è accaduto, ma è successo;
di nuovo: anche adesso.
Se lo fissi con attenzione,
se l'appuntamento, presso lo studio,
hai rispettato con costanza e la diligenza
non ha fatto ritardo
quanti nugoli di nuovi particolari emergono dal nulla soltanto
per chi osserva (se ne è capace).
E per chi è capace poco conta
la condizione della finestra (sia essa chiusa o aperta) o gli
aiutini tesi o l'orario di smonta.
Ci risiamo, grazie al cielo.
giovedì 29 giugno 2017
Ci risiamo (ovvero, La casa di Federico N.)
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venerdì 23 giugno 2017
Pudore (ovvero L'arma di Tacito)
Lì, seduta solitaria
ascose un qualché sotto il terreno
sottile, che suonava cavo
come nell'estate fredda dei morti.
Io come potevo pretendere d'essere
ammesso ai suoi segreti
magici coi quali forgiava la realtà
in modi sopraffini?
Sicuro del mio sguardo
taccio immobile non lungi ma
abbastanza distante per non capire
realmente cosa stia accadendo
e senza speranze mi arrendo.
ascose un qualché sotto il terreno
sottile, che suonava cavo
come nell'estate fredda dei morti.
Io come potevo pretendere d'essere
ammesso ai suoi segreti
magici coi quali forgiava la realtà
in modi sopraffini?
Sicuro del mio sguardo
taccio immobile non lungi ma
abbastanza distante per non capire
realmente cosa stia accadendo
e senza speranze mi arrendo.
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martedì 20 giugno 2017
Lo chiamavano Insofferenza
Da quando mi sono moralizzato?
Non mi sopporto limitato, chi
mi ha messo i paraocchi?
E non dirmi che sono stato io:
non è vero.
Non mi sopporto limitato, chi
mi ha messo i paraocchi?
E non dirmi che sono stato io:
non è vero.
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