Guardi gli uccellini che cantano sulle tue anche
vedi me arrancare su impossibili soglie
e allora avvertimi, smetti di fissarmi
ma non puoi: non puoi
Guardi il femore, bianco osso, passerella
vedi me claudicare tra sassi e spuntoni
tra neve e speroni, tra glassa e dolciumi
ma non vuoi: non vuoi
Guardi la rotula arrossata da tante zampette
vedi me travagliato zoppo senza nome
custodito dalle mani senza dita del male
ma non sei: non sei.
mercoledì 18 febbraio 2015
venerdì 6 febbraio 2015
PARTORIRE FIORELLINI, ovvero senza chiave
Cerco di capire
cosa cerco
e più mi esploro
e meno mi tollero
più cerco meno trovo;
e anche se provo
come quelli che vollero
non come costoro
ma come sterco
andrò a finire.
cosa cerco
e più mi esploro
e meno mi tollero
più cerco meno trovo;
e anche se provo
come quelli che vollero
non come costoro
ma come sterco
andrò a finire.
SE CHIUDO GLI OCCHI, VEDO
Linee d'ombra e luce
disegnate geometriche
e film esperti come realtà;
trema il piano -
come impronte digitali sul budino -
limato, rifinito, schiacciato
colorato d'arcobaleno b/n
in scala di grigio aurea
che fuori della pentola s'arrampica
fino alle nuvole dei giganti
cristianofagi; non era male
mica male
la briciola scovata nella pattumiera
il cacio di ieri sera
l'inverno dopo la primavera.
disegnate geometriche
e film esperti come realtà;
trema il piano -
come impronte digitali sul budino -
limato, rifinito, schiacciato
colorato d'arcobaleno b/n
in scala di grigio aurea
che fuori della pentola s'arrampica
fino alle nuvole dei giganti
cristianofagi; non era male
mica male
la briciola scovata nella pattumiera
il cacio di ieri sera
l'inverno dopo la primavera.
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