Non risvegliare i vecchi fantasmi
dormono tranquilli, giacciono sul fondo
disposti a caso come antichi chiasmi
non nutrono né attese né speranze
né vogliono un demiurgo che li plasmi
ma rimanere inerti nelle loro stanze:
sono ampie e comode e senza timore
non conversano né volteggiano in danze
non contemplano il volgere delle ore.
Lasciali! Disturbarli è inopportuno
tormentandoli ne risvegli il dolore
la rabbia cieca che non giova a nessuno
le disfatte dell'animo e il fallimento
l'atroce inganno del nero pruno
la mollezza che viene da un tossico evento.
Come pensieri in un sogno di ieri
tornano indietro con sguardo spento
dicono Non sarai mai più com'eri!
Ringrazio loro, il destino e me
i percorsi ilari, buffi e quelli seri
ma non mi volto, non chieder perché;
dormono i fantasmi e giacciono
ognuno un poco più dimentico di sé.
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