giovedì 12 luglio 2012

Un avaro passato

Ero una bambina che si vestiva di giallo e turchese, con le calzette arancioni. Correvo nei prati della mia infanzia a braccia aperte, con il sole in fronte
Mamma cucinava per tutti e la sera mi sgridava perché non dormivo, papà si sbronzava e ruttava sul divano davanti alla migliore amica di sempre: la tv
Poi quando voleva soddisfare il tatto andava al bordello
Tommy suonava il piano lì, doveva avere pochi anni più di me, era molto simpatico; una sera l'ho baciato e sono scappata via
Qualche giorno dopo pioveva, mi ha stretto forte un braccio

Un mattino incontrai un punto esclamativo, stava lì, ritto sul ciglio della strada e mi guardava. Fisso, come un pesce appeso all'amo di un corpulento norvegese
Il gancio di morte gli usciva dal naso Permette?, glielo tolsi
E così lei legge Tolstoj...
Sì, ma solo per noia, e genera noia, non entusiasma, Dostoevskij mi stupra di più, dolce e violento, gocce e vento e storie da raccontare.
Mi chiese la strada per Farrafur, gliela incisi in fronte e gli feci un regalo:
Uno specchio.

Mi piaceva nascondermi dietro la sdraio, l'accento francese di mia mamma mi bacia i padiglioni e li riempie di conferenze senza pagliacci, di ciarlatani e ciabattini e suonatori di tamburi e pelli e galli e gatti e matti e e e e e una fabbrica di talco
Giocavamo sulle piastrelle rosse e inorridivo per i ragni e per chi se li mangiava a colazione Come diavolo fanno? Non si sentono male?
Forse non è la frequenza giusta
Quella per le adozioni è la 754,900° in via della cartapesta 0
Poi giri a destra e dritto fino al mattino, se ti perdi poi c'è il rischio che vinci un biglietto di ritorno per la terra e ti risvegli settantenne con le ovaie rinsecchite
E io non volevo
Cosa fare dunque? Sposare Lou Reed?
Inconcepibile!
E tu chi diavolo sei? Un mucchio di polvere
E che cosa vuoi? Niente, parlavo al telefono

Non ha senso!
Cosa vorrebbe dire che non puoi? NON PUOI? Mi sa che non vuoi
Mi rimbombava nella testa in ogni attimo, in ogni istante il tizio alla mia destra suonava la tromba Paa-pa! e le sostanze creative diventavano acide e i polsi tremavano... gli occhi di Tommy...
Non ero ancora pratica della zona, ma la scuola mi sembrava in una buona posizione
Coca alla stazione, Fanta dal panettiere e un cannone al porto, quante navi abbiamo affondato
Quanti ammiragli ci hanno rincorso, pipa e cappello, bottoni d'oro e macchie di sperma sui pantaloni È difficile stare soli per tanto tempo, mi capisci bambina? Mi guardava freddo come il marmo, una carta di socio al Male lo inchiodava
Era lui! Ero io.

Poi ho cantato, anche se mi bruciavano gli occhi.

Nessun commento:

Posta un commento